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“Un Brindisi alla Vita”: Ad Alessandria un Evento di Cultura e Solidarietà contro la Violenza sulle Donne. Palazzo Monferrato ospita l’incontro tra vino, musica e impegno sociale per sostenere il centro antiviolenza Me.dea
Il 29 novembre 2024, Palazzo Monferrato ad Alessandria diventa il cuore pulsante di una giornata dedicata alla cultura e alla solidarietà, con l’evento Un Brindisi alla Vita
Il 29 novembre 2024, Palazzo Monferrato ad Alessandria diventa il cuore pulsante di una giornata dedicata alla cultura e alla solidarietà, con l’evento Un Brindisi alla Vita. Organizzato dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino – Delegazione Piemonte, in collaborazione con Me.dea Centro Antiviolenza e Zonta Club Alessandria, l’evento unisce simbolicamente il mondo del vino alla lotta contro…
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Progetto VOLO: per il contrasto alla violenza di genere
Il Progetto VOLO - Centri Antiviolenza ha l'obiettivo di combattere la violenza di genere, in particolare quella perpetrata contro le donne. Utilizzando lo spettacolo "VOLO – Il primo passo è staccarsi," interpretato e creato da Francesca Brizzolara della Compagnia Tecnologia Filosofica di Torino, l'iniziativa mira a sensibilizzare la comunità e a informare sulle intricate reti sociali e culturali che spesso imprigionano le vittime di violenza. Il Piano Strategico Nazionale sulla Violenza Maschile contro le Donne 2021-23, sviluppato dal Dipartimento delle Pari Opportunità, in linea con la Convenzione di Istanbul, enfatizza l'importanza della prevenzione, dell'informazione e dell'educazione sia per gli operatori che per la popolazione, al fine di contrastare la violenza. Per questo motivo, il progetto VOLO – Centri Antiviolenza organizzerà quattro rappresentazioni dello spettacolo, ciascuna accompagnata da incontri informativi, sessioni di preparazione su argomenti correlati e dibattiti conclusivi con il contributo di Amnesty International. Il progetto ha anche lavorato per creare una rete di collaborazione tra i Centri Antiviolenza CAV dell'Area Nord Novarese (con un ruolo fondamentale svolto dall'Impresa Sociale Irene SC di Borgomanero), il Centro Antiviolenza VCO, enti di formazione come l'Istituto En.A.I.P. Piemonte a Domodossola, il Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali dell'Ossola, la CGIL Novara VCO e il suo Coordinamento Donne SPI, Liberazione e Speranza Società Cooperativa, oltre all'ANPI provinciale di Novara. Le location scelte per le presentazioni sono spazi solitamente dedicati all'accoglienza delle vittime di violenza, persone in situazioni di disagio sociale e giovani studenti. Tuttavia, il progetto si apre alla partecipazione dell'intera comunità, mettendo a disposizione operatori ed esperti per fornire informazioni su varie attività specifiche e partecipare ai confronti e dibattiti. Le prime due date in provincia di Novara sono fissate per il 16 settembre alle 21 presso la Guest House San Giulio di San Maurizio d'Opaglio e il 17 settembre alle 17 presso Casa Irene a Borgomanero. Successivamente, il progetto si sposterà a Domodossola (VCO) il 25 e 26 ottobre, con una rappresentazione serale aperta al pubblico alle 21 e una matinée alle 10:30 dedicata agli studenti di En.A.I.P. e alle scuole del territorio. Lo spettacolo VOLO, ideato e interpretato da Francesca Brizzolara con il disegno luci di Agostino Nardella, è una produzione della Tecnologia Filosofica e del Morenica Cantiere Canavesano. Esso racconta la storia di una donna contemporanea che, passo dopo passo, riesce a liberarsi da una relazione pericolosa e insostenibile per riprendere il controllo della sua vita. Nel 2022, lo spettacolo è stato premiato al Milano Off Fringe Festival ed ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International, riconosciuto per l'importanza di "costruire reti di sostegno accessibili ed efficaci per chi fugge o vorrebbe fuggire dalla violenza domestica". Il progetto è stato reso possibile grazie al bando "Life is Live" di Smart e Fondazione Cariplo, che mira ad aumentare le opportunità di partecipazione e fruizione culturale, promuovere connessioni e sinergie tra diversi settori e promuovere la ripresa delle forme di arte e cultura dal vivo dopo la pandemia. Tutti gli eventi sono aperti al pubblico e gratuiti e saranno documentati attraverso materiale video realizzato da Valentina Corrado. L'obiettivo è anche raccogliere impressioni, interventi e testimonianze dagli attori coinvolti nel progetto e dal pubblico partecipante. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare [email protected] o visitare il sito web: Link al sito web del progetto VOLO - Centri Antiviolenza Read the full article
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Iran, il mese del boia: almeno 27 impiccagioni solo a gennaio di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia Sedici colpevoli di omicidio, uno di stupro, sei di reati di droga. E quattro prigionieri politici. È questo il dettaglio di un mese terribile, segnato da continue esecuzioni capitali in Iran: almeno 27. Se verrà mantenuto questo ritmo, di quasi un’esecuzione al giorno, il totale del 2021 finirà per essere superiore a quello, già enorme, di almeno 256 esecuzioni registrato nel 2020. Dieci dei 27 prigionieri impiccati appartenevano alla minoranza baluci, che vive nell’omonima provincia del Sistan Balucistan. Erano baluci un terzo dei 49 prigionieri messi a morte dal 1° dicembre 2020. Per uno di loro, Javid Dehghan, c’era stato anche un appello delle Nazioni Unite affinché l’esecuzione venisse sospesa, dopo la denuncia che l’uomo era stato torturato affinché confessasse l’uccisione di un agente delle forze di sicurezza. Altre quattro esecuzioni di baluci sono in programma nei prossimi giorni. Un’altra esecuzione che ha suscitato proteste internazionali è stata quella, avvenuta il 25 gennaio, del wrestler Mehdi Ali Hosseini, il secondo praticante di questa disciplina sportiva messo a morte dopo Navid Afkari, impiccato lo scorso agosto. Resta ancora incerta la sorte di Ahmadreza Djalali, il ricercatore di passaporto svedese e iraniano che ha anche trascorso alcuni anni in Italia presso l’Università del Piemonte Orientale. Da oltre due mesi, esattamente dal 24 novembre, lo scienziato condannato a morte per la falsa accusa di spionaggio si trova in isolamento e, secondo quanto comunicato dalle autorità giudiziarie all’avvocata, l’esecuzione potrebbe essere imminente.
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Così sono stati influenzati attraverso la rete i risultati delle elezioni politiche italiane del 2018 e delle recenti europee. A spiegarlo è una ricerca di Amnesty International, Barometro dell’odio
Quanto si spende per spargere odio.
Francesco Malatesta e Daniele D’Angeli sono due sviluppatori software che insieme hanno creato e reso disponibile in rete uno strumento per capire, in modo semplice, come vengono spesi i soldi dei vari politici, partiti e organizzazioni affini, nella pubblicità su Facebook. I due programmatori hanno raccolto i dati grezzi da Facebook e poi li hanno aggregati e resi fruibili attraverso dei report, da cui è possibile rilevare quanto i singoli politici, specialmente, abbiano speso per i loro singoli post e anche su quali regioni e fasce d’età abbiano puntato maggiormente. Basta andare sul loro sito internet per sapere, ad esempio, che in media, in un mese, i post sponsorizzati di Matteo Salvini raggiungono quasi cinque milioni di persone, con una spesa di sponsorizzazione per la sua pagina social pari a 130mila euro. Non soltanto. Si può scoprire anche che il grosso di questa spesa, quasi la metà, viene destinata al pubblico votante nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Tra i partiti spende molto anche il Partito Democratico che nel giugno scorso ha speso 130mila euro per raggiungere con i suoi post su Facebook 8 milioni di persone. Tra i singoli leader, invece, chi si è data molto da fare negli ultimi tempi è stata Giorgia Meloni. La deputata di Fratelli d’Italia, infatti, ha raggiunto 5 milioni di persone negli ultimi trenta giorni, spendendo quasi 40mila euro. A farle compagnia c’è il deputato e vice presidente della regione Piemonte, Roberto Rosso, compagno di partito della Meloni, il quale ha speso 23mila euro per sponsorizzare i suoi post e raggiungere più di due milioni di utenti; condizionando, evidentemente, i risultati delle recenti elezioni amministrative piemontesi, puntando a un target di persone mirato, che poi è lo stesso della Meloni, il pubblico social degli over 50.
Il rapporto tra l’odio e il consenso elettorale. Una ricerca di Amnesty International
Senza ombra di dubbio il politico italiano che ha investito di più, a livello finanziario, in questo tipo di comunicazione, è l’attuale vice-presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha speso nel periodo compreso tra il 26 aprile e la prima settimana di giugno di quest’anno ben 128mila euro per soli 58 post. Inutile perfino scrivere che la maggior parte di questi riguarda il tema immigrazione. Così, ad esempio, sulla pagina facebook del Ministro troviamo pubblicato il video che mostra parte di una discussione avvenuta alcuni mesi fa tra un capotreno e un passeggero di origine straniera salito a bordo senza biglietto. Il post con il video che ritrae la lite è stato “sponsorizzato” con una cifra che oscilla tra i 10mila e i 50mila euro, in un periodo di tempo compreso tra il 10 e il 24 maggio scorso, proprio in concomitanza delle elezioni europee, ed «è stato visualizzato da un milione di utenti di sesso maschile di età compresa tra i 25 e i 34 anni, soprattutto in Campania, Lombardia, Sicilia, ottenendo 80mila mi piace e generando oltre 22mila commenti». Di questo tenore: «Dobbiamo finirla con questa invasione africana e islamica». E poi ancora: «devono stare in Africa, non abbiamo bisogno di loro. Sono un pericolo per noi. Un augurio a tutti i buonisti, che vi capiti quello giusto a tutti».
A riferire dati di questo tipo è una ricerca di Amnesty International che è stata pubblicata qualche giorno fa. Dal 15 aprile al 24 maggio di quest’anno 180 attivisti della sezione italiana dell’organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani hanno monitorato, appositamente istruiti e servendosi di appositi algoritmi, i candidati italiani alle elezioni europee, osservando anche le reazioni e risposte degli utenti, per «rilevare le eventuali correlazioni tra toni e messaggi veicolati dalla politica e il sentimento degli utenti dei social rispetto a determinati temi e gruppi di persone». Una metodologia di lavoro che al momento non ha altri precedenti, dato che non si conoscono, a oggi, rilevazioni così estese rispetto alla campagna elettorale delle scorse elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, né in Italia né in altri paesi dell’Unione europea. Un monitoraggio di questo tipo che Amnesty International aveva già realizzato per le elezioni politiche italiane del 2018 e che era finito in un rapporto specifico, ora aggiornato dopo le europee, che in tutti i casi pone in rilievo il rapporto attualmente costruito dalle forze politiche sovraniste tra i sentimenti di odio e rancore verso le fasce più povere della popolazione e il consenso elettorale.
Ecco dunque alcune elementi per capire meglio l’ottima performance elettorale in Italia e in Europa di un politico come Giorgia Meloni, per esempio, che tra il 7 maggio e il 22 giugno di quest’anno ha speso più di 30mila euro per sponsorizzare 70 post su facebook, dei quali dodici contenenti frasi offensive verso minoranze religiose e rom. Così il post «No all’islamizzazione dell’Europa» ha ottenuto, con un investimento stimato tra i mille e 5mila euro, un pubblico pari a un milione di utenti, generando oltre 2mila commenti di questo tipo: «il problema è che ne abbiamo già troppi in Italia e continuano a figliare come le coniglie». E ancora: «prima di riuscire a fermare gli arrivi, ci ritroveremo in minoranza etnica e l’Italia diventerà islamica».
Gaetano De Monte
da DinamoPress
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Appello per Ahmadreza Djalali, ricercatore universitario a Novara, condannato a morte in Iran
Appello per Ahmadreza Djalali, ricercatore universitario a Novara, condannato a morte in Iran
“Salviamo Ahmadreza Djalali!” manifesto della campagna di Amnesty International per richiedere la liberazione del ricercatore universitario condannato a morte in Iran. Il dottor Ahmadreza Djalali, medico e ricercatore iraniano di 45 anni, esperto di medicina dei disastri e assistenza umanitaria presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara da cinque anni, è stato condannato a morte da un…
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Amnesty International Italia si mobilità per salvare la vita di Ahmadreza Djalali, condannato a morte dalla giustizia iraniana
Il Presidente Luigi Manconi e la senatrice Elena Ferrara, componenti Pd della commissione per i diritti umani di Palazzo Madama, si sono recati dall'ambasciatore iraniano a Roma, insieme a Gianni Rufini, dg di Amnesty International Italia, per il caso del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, accusato di spionaggio e condannato a morte domenica scorsa. L'ambasciatore ha sottolineato la gravità delle accuse mosse a Djalali, ma ha anche ricordato che si è ancora al primo di tre gradi di giudizio e che anche successivamente è previsto un vaglio finale della sentenza; pertanto la conclusione giudiziaria della vicenda - data anche l'indipendenza del potere giudiziario in Iran - è ancora tutta aperta. I senatori hanno deplorato fortemente la mancata pubblicità degli atti del processo e la presenza dell'istituto della pena di morte nell'ordinamento iraniano. Manconi e Ferrara hanno infine consegnato all'ambasciatore l'appello rivolto al presidente della Repubblica iraniana firmato dal Rettore dell'Università del Piemonte orientale e dai rettori del Karolinska Istitut di Stoccolma e della Vrije Universiteit di Bruxelles insieme all'interpellanza urgente al ministro degli esteri Alfano presentata martedì scorso che in poche ore è stata firmata da 130 senatori. Djalali era stato arrestato il 25 aprile dell’anno scorso in Iran mentre si stava recando a una conferenza. Secondo quanto riferito dalla moglie, Vida Mehrannia, il marito era stato incriminato per «collaborazione con Stati nemici». Il ricercatore è rinchiuso dall’aprile 2016 nella prigione di Evin, a Teheran dove è stato sottoposto a intensi interrogatori», senza che gli venisse permesso di vedere un avvocato. A suo favore, nei mesi scorsi, c’è stata una vera e propria mobilitazione internazionale, che ha portato alla raccolta di oltre 220 mila firme in tutto il mondo. Amnesty International ha avviato un’azione urgente e i figli di 5 e 14 anni, che vivono in Svezia con la mamma, si sono rivolti anche a Papa Francesco con un appello: “Francesco aiuta il mio papà a tornare a casa, non lasciarlo morire in prigione...”. Lo stesso Djalali, che respinge le accuse al pari di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui, ha osservato un lungo sciopero della fame per ottenere dall’Iran il rispetto dei propri diritti. Foto: ilsole24ore.com Read the full article
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Verità per Giulio, striscione a Torino
Verità per Giulio, striscione a Torino
Tappa finale settimana promossa da Amnesty International
RSS di Piemonte – ANSA.it http://ift.tt/2tj1ppF Piemonte – Alessandria
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Giunta Chiamparino, verità per Giulio
Giunta Chiamparino, verità per Giulio
Adesione all’iniziativa di Amnesty International
RSS di Piemonte – ANSA.it http://ift.tt/2rXwyO6 Piemonte – Alessandria
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La Regione aderisce alla Settimana per Giulio Regeni
La Giunta della Regione Piemonte ha aderito alla campagna #veritàperGiulioRegeni promossa da Amnesty International – Italia il 4 aprile 2016. Da quel giorno, fino a fine maggio di quest’anno, lo striscione “Verità per Giulio Regeni” è stato esposto sul Palazzo della Regione in Piazza Castello a Torino. Oggi il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page http://ift.tt/2shzKDw via Adriano Montanaro - Alessandria
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La Regione aderisce alla Settimana per Giulio Regeni
La Regione aderisce alla Settimana per Giulio Regeni
La Giunta della Regione Piemonte ha aderito alla campagna #veritàperGiulioRegeni promossa da Amnesty International – Italia il 4 aprile 2016. Da quel giorno, fino a fine maggio di quest’anno, lo striscione “Verità per Giulio Regeni” è stato esposto sul Palazzo della Regione in Piazza Castello a Torino.
Oggi il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità un ordine del giorno…
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